Corpi Elettrici



Danza e musica elettronica al tempo della quarantena

Corpi Elettrici è un progetto speciale  di Gender Bender per l’anno 2020, realizzato insieme al Conservatorio G.B. Martini di Bologna. È un percorso formativo e creativo che ha offerto una possibilità di collaborazione tra studenti e studentesse del Conservatorio e il Collettivo MINE, unendo assieme i linguaggi della danza e della musica. Il dialogo tra performer e musicisti sono nate 20 micro danze in video e uno spettacolo dal vivo in occasione della 18° edizione di Gender Bender. 

NASCITA DEL PROGETTO

 

Corpi Elettrici nasce durante il periodo di distanziamento sociale dovuto all’emergenza sanitaria legata al Covid19 e di conseguente fragilità lavorativa per chi opera nel mondo dello spettacolo dal vivo e della cultura, diventando presto una sfida per immaginare e realizzare nuove modalità di formazione, di collaborazione dalla distanza, per creare reti di creatività, e per riconoscere il valore del lavoro artistico di giovani professionisti e professioniste.

I performer e le performer del collettivo MINE hanno condiviso tre intensi mesi di ricerca assieme a 20 giovani studenti e studentesse della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio G.B. Martini di Bologna. Il confronto è avvenuto attraverso riunioni online in videoconferenza che hanno profondamente influenzato il lavoro e le attività degli artisti e delle artiste. Si è delineato così un percorso formativo e creativo all’insegna della contaminazione artistica e dell’interdisciplinarità. Gli esiti di questi incontri sono 20 brevi opere video, ognuna delle quali è il risultato del dialogo poetico e profondo e tra un dance-maker e una allieva o allievo del Conservatorio. 

 

I video

È possibile guardare le video danze di Corpi Elettrici su YouTube e sui canali social di Gender Bender, accedendo alle IGTV Instagram e alle Playlist Facebook

Il racconto di Giulio Sonno

DANZAdiSTANZA , Musica e danza nella camera virtuale di Corpi Elettrici è il titolo dell’articolo di Giulio Sonno, dramaturg e caporedattore di Paper Street, che ha osservato con sguardo critico e puntuale il processo di ricerca e il dialogo tra artisti, artiste, studenti e studentesse, raccontandolo attraverso una sua testimonianza:

“…È una strana arte del contagio quella che va via via sviluppandosi in Corpi Elettrici, un’arte che anche senza volerlo incuba e riflette i dubbi della pandemia: esporsi all’altro o rimanere nella proprio zona di comfort?[…] Se il lockdown ha ridimensionato aspirazioni e fantasie, ripiegando la vita sulla sua dimensione prettamente materiale, per guardare gli elaborati finali di Corpi elettrici sarà necessario compiere il percorso inverso: osservarli in controluce, cogliere in essi cioè la vita sotterranea, ciò che non si vede ma pur c’è. Ecco che la voce di oggetti domestici, di notiziari, uccelli, agenti atmosferici o pianeti lontani si trasforma in un pulviscolo di impulsi che riattiva l’eco lontana di desiderî, astrazioni, immaginarî, ricordi. Sono frammenti di corpo e di esistenze che faticano a mostrarsi nella loro interezza, qualcosa trattiene, ostacola, ritarda, nasconde, eppure è segno che quell’interezza più che negata è semplicemente trasfigurata, non va cercata in un qui e ora, ma in un tempo più largo, meno ansioso di certezze, di conferme o di verità: un tempo ritrovato, un tempo di ritrovamenti.[…] Quella stanza virtuale non ha sostituito né ha potuto sostituire il valore dell’esperienza diretta, in presenza, ma ha mostrato una possibilità che fino a ieri, vuoi per fretta, vuoi per economia, non era stata considerata mai abbastanza: la possibilità di concedersi il tempo di non sapere e per questo di ascoltare, di non ripararsi dietro un ruolo, un’immagine pubblica o un’aspettativa di risultato, di scoprire che in fondo il limite più grande è quello che consapevolmente o no imponiamo a noi stessi e a chi ci circonda, andando a determinare così, di fatto, l’effettiva portata delle nostre azioni”.

DAL WEB ALLO SPETTACOLO DAL VIVO

Grazie alla prolifica collaborazione tra Gender Bender e Conservatorio G.B. Martini avvenuta per la realizzazione delle micro danze, il progetto si è spinto oltre la realizzazione dei brevi video per trasformarsi in un evento di spettacolo dal vivo, entrando così nella programmazione ufficiale della 18° edizione di Gender Bender Festival. Sul palco, i performer e le performer del Collettivo MINE  interpreteranno, rivisitandoli attraverso delle creazioni inedite ed originali, i brani creati appositamente per loro dagli studenti dei corsi di Musica elettronica e Musica applicata del Conservatorio. Una compilation scenica a struttura corale realizzata seguendo il fil-rouge che caratterizza la compagnia, quella di lavorare insieme alla ricerca di una poetica comune, valorizzando le singole personalità. 

Elisa D'Errico
Elisa D'Errico
Elisa D'Errico
Elisa D'Errico
Elisa D'Errico

CREDITS

Un progetto a cura di:

Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli, direttori artistici Gender Bender Festival

Daniela Cattivelli e Damiano Meacci, docenti della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio G. B. Martini.

Sguardo esterno: Giulio Sonno

Editing: Fabio Fiandrini

Ufficio stampa: Anahí Dworniczak

Digital strategy: Marco Obino e Valentina Pederiva

Composizioni musicali:

Ladan Abedini, Gioele Billi, Dario Boschi, Biagio Cavallo, Lorenza Ceregini, Alessandro Cherubini, Simone Domizi, Vicky Koushiappa, Marco Melilli, Marco Menditto, Cristian Albani, Maele Allorio, Pier Francesco Amadei, Mitjia Bichon, Salvatore Bovalina, Yuri Casali, Matteo Davoli, Olmo Frabetti, Alireza Farajan Hamed e William Succi.

 

Coreografie e performance

Collettivo MINE: Francesco Saverio Cavaliere, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Roberta Racis e Silvia Sisto.

I partner del progetto

Corpi Elettrici è parte di Così Sarà! La città che vogliamo, promosso dal Comune di Bologna, realizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, finanziato dall’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020.

Scopri gli altri progetti speciali

Fuoco Fauno

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Fuoco Fauno è un progetto speciale realizzato in rete da Gender Bender, Fondazione Piemonte dal Vivo / Lavanderia a Vapore, Teatro Stabile dell’Umbria che esplora e rimette in scena la figura del FAUNO nella danza, a partire dalla sua prima apparizione nel 1912 con l’Après-midi d’un faune di Vaclav Nižinskij. Oggi il Fauno è ancora un serbatoio inesauribile di immaginari per interrogare il nostro presente: dalle questioni identitarie e di genere al rapporto tra umano e animale, dalla relazione con la natura e l’ambiente – che con urgenza siamo chiamati a rinegoziare – allo scambio possibile tra repertorio classico e sperimentazione di nuovi linguaggi artistici.

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Crisol

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Performing Gender – Dancing in your shoes

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Performing Gender crede fermamente che il genere, la sessualità e le identità LGBTQ+ possano essere esplorate attraverso il linguaggio della danza e l’impegno locale della comunità. La terza edizione del progetto europeo ha coinvolto 225 persone delle rispettive comunità locali in un processo orizzontale di formazione e produzione artistica per mettere in primo piano le voci marginali delle comunità di riferimento. Con un’ottica intersezionale si è voluto dare risalto a temi come diseguaglianza, etnia, classe, disabilità, ambiente ed economia.  

Teatro Arcobaleno

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Teatro Arcobaleno è un progetto in rete che dal 2014 utilizza i linguaggi delle arti performative per un’educazione alle differenze. Offre ogni anno spettacoli di teatro e di danza, laboratori e workshop a infanzia e adolescenza, a insegnanti, famiglie, studenti universitari, educatori, educatrici, operatori e operatrici sociali. Vuole dare un contributo alla costruzione di una società più ricca e accogliente sotto il profilo umano, sociale e culturale, in cui le differenze, legate in particolare alle identità di genere e di orientamento sessuale, siano portatrici di un valore per tutti e tutte.