Performing Gender –
Dancing in your shoes

Avete mai ballato nei panni di qualcun altro? 

Performing Gender crede fermamente che il genere, la sessualità e le identità LGBTQ+ possano essere esplorate attraverso il linguaggio della danza e l’impegno locale della comunità. La terza edizione del progetto europeo ha coinvolto 225 persone delle rispettive comunità locali in un processo orizzontale di formazione e produzione artistica per mettere in primo piano le voci marginali delle comunità di riferimento. Con un’ottica intersezionale si è voluto dare risalto a temi come diseguaglianza, etnia, classe, disabilità, ambiente ed economia.  

Progetto europeo

ph. Anna Kushnirenko
ph. Elisa D'Errico

In che cosa consiste il progetto?

Dancing In Your Shoes è la terza edizione del progetto europeo Performing Gender.

Performing Gender – Dancing In Your Shoes è un progetto triennale di audience development che mira a sviluppare un legame tra i professionisti della cultura e le loro comunità locali nel campo della danza e delle arti performative attraverso una discussione sul genere nel sistema della danza europea.

È un progetto trasversale che coinvolge 11 organizzazioni culturali di 8 Paesi europei, 16 dancemaker internazionali, 9 direzioni artistiche, 8 audience developer, 11 project manager, 3 ricercatori accademici e 1 consulente artistico.

L’obiettivo

L’obiettivo è di impegnare 225 persone delle rispettive comunità locali in un processo orizzontale di formazione e produzione artistica per mettere in primo piano le voci marginali delle comunità di riferimento. Con un’ottica intersezionale si vuole dare risalto a temi come diseguaglianza, etnia, classe, disabilità, ambiente ed economia.  

Le comunità sono inserite all’interno di un processo di co-design di laboratori creativi della durata di un anno. Verranno create 8 fra performance e laboratori che verranno presentate nei festival e negli eventi organizzati dalle strutture partner.

3 momenti

La condivisione e disseminazione delle pratiche prevede 3 importanti momenti:

  • Un primo Opening Lab internazionale sviluppato dal Cassero LGBTI+ Center Marzo 2021 con varie attività aperto ad attori interni ed esterni al progetto e ad un ampio pubblico.
  • Un Closing Lab internazionale durante il Festival Boulevard a ‘s-Hertogenbosch nell’agosto 2023 con momenti di visione e condivisione orizzontale su quanto creato nel triennio. 
  • Una presentazione al Parlamento Europeo, coordinata dal Cassero LGBTI+ Center, il British Council e l’Agenzia europea EACEA.

Un Summer Camp a Bologna

A settembre 2022, durante la 20° edizione di Gender Bender Festival le artiste, gli artisti e i partner internazionali coinvolti nel progetto si sono dati appuntamento a Bologna per un weekend di pratiche artistiche all’insegna della danza e delle riflessioni sulle tematiche di genere. Gli appuntamenti hanno intervallato momenti di discussione, confronto e ascolto reciproco a sessioni di danza e movimento, con restituzione finale di ciascun dance maker all’intero gruppo. Nel pomeriggio della seconda giornata, il lavoro è stato aperto al pubblico del festival e alla comunità bolognese attraverso un momento di improvvisazione di danza e musica elettronica a cura di Francesco Giomi, compositore italiano di musica sperimentale e regista del suono. 

ph. Elisa D'Errico

La partecipazione
dell’Università di Bologna

Di particolare rilevanza è il coinvolgimento dell’Università di Bologna– Dipartimento di Musica e Spettacolo DAMSLab. I ricercatori e le ricercatrici dell’Università stanno curando un manuale che raccoglie l’analisi delle metodologie e la valutazione accademica dell’impatto del progetto su artiste e artisti e sul pubblico coinvolto.

ph. Anna Kushnirenko
ph. Anna Kushnirenko
ph. Elisa D'Errico
ph. Elisa D'Errico
ph. Elisa D'Errico

Il progetto della comunità bolognese

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Nel 2023 Gender Bender ha portato a Bologna la compagnia internazionale Igor x Moreno, il coreografo italiano Daniele Ninarello e la coreografa olandese/tedesca Patricia Carolin Mai per la produzione di tre spettacoli di danza. I lavori sono stati frutto di un processo laboratoriale di co-creazione orizzontale con tre gruppi di persone del territorio bolognese di ogni età, con e senza esperienza di danza.

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