DNAppunti
coreografici

Info

DNAppunti coreografici è un progetto di sostegno per giovani coreografi e coreografe under 35. Prevede diverse fasi di ricerca e creazione: raccolta delle proposte, visione degli studi, residenze creative, e contributi alla produzione e nasce da un lavoro sinergico su territorio nazionale fra una rete di partner. Attraverso il Bando DNAppunti viene selezionato, sostenuto e prodotto ogni anno il lavoro di un* giovane artista.

Progetto in rete

Info sul progetto

DNAppunti coreografici è un progetto di sostegno per giovani coreografi e coreografe italiane. Prevede diverse fasi di ricerca e creazione: raccolta delle proposte, visione degli studi, residenze creative, e contributi alla produzione

L’obiettivo

L’ obiettivo del progetto è individuare un giovane coreografo o una coreografa italiani con un’idea da sviluppare, a cui offrire un percorso di ricerca con sostegni eterogenei: residenze creative itineranti, risorse economiche e visibilità.

Partner del progetto

DNAppunti coreografici è promosso e sostenuto in collaborazione tra Gender Bender, Centro Nazionale di produzione Firenze – Compagnia Virgilio Sieni, Operaestate Festival/CSC Centro per la scena contemporanea del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Fondazione Romaeuropa e Triennale Milano Teatro. 

Edizioni passate: progetti vincitori

2023

Eat Me

Uno spettacolo di Giorgia Lolli

Concept e coreografia: Giorgia Lolli; Interpreti: Sophie Claire Annen e Giorgia Lolli; Sound design: Sebastian Kurtén; Disegno luci: Elena Vastano; Costumi: Suvi Kajas; Produzione: Anghiari Dance Hub, Nexus Factory; Partner: Padova Festival Internazionale La Sfera Danza; Con il sostegno di: Fondazione Svizzera degli Artisti Interpreti (SIS), Boarding Pass Plus Dance – Santarcangelo Festival

Una riflessione sulla rappresentazione del femminile nelle arti visive, sull’incessante consumo di immagini nei media tradizionali e sulla sessualizzazione del corpo femminile. Il progetto si interroga sul modo in cui il corpo viene osservato, indagando le dinamiche e le politiche dello sguardo attraverso la relazione tra spettatore e performer. Le forme morbide e i pesi che affondano nel pavimento delineano le curve di posture astratte. Memorie dal topos del ritratto femminile sdraiato e gesti quotidiani disegnano immagini di una progressiva emancipazione dal pavimento, rimanendo sfacciatamente frontali ma celati. 

2022

Irene

Uno spettacolo di Alessandro Marzotto Levy

Coreografia e performer: Alessandro Marzotto Levy; Musiche: Flavia Passigli; Assistenza artistica e produzione: Alice Consigli/ Physalia; Costumi: Lisa Mobilio; Produzione: TIR danza; Partner: Teatro solare

Quali sono le sensazioni che il corpo prova davanti alla perdita? Irene, progetto vincitore di DNAppunti Coreografici 2022, esplora il rapporto con lo spazio fisico e mentale che crea l’assenza, nel tentativo estremo di relazionarsi con l’invisibile. La danza diventa lo strumento per esplorare la linearità del tempo e scontrarsi con un passato che torna per sconvolgere, per creare caos dentro e fuori dal corpo.

2021

Pas de deux

Uno spettacolo di Giulio Petrucci e Jari Boldrini

Coreografia e interpreti: Giulio Petrucci e Jari Boldrini; Musica: Simone Grande; Luci: Gerardo Bagnoli; Consulenza Visuale: Elisa Capucci; Produzione: Anghiari Dance Hub, Nexus Factory; Con il contributo di Residance XL 2021, Anticorpi XL

Pas de deux rilegge in chiave contemporanea le relazioni classiche del passo due, reinventandole sopra un’in- calzante musica elettronica. I due danzatori, avvolti nel buio, usano i loro corpi liberi e leggeri per creare nuove e inaspettate traiettorie. Spazio, corpo e musica dialogano tra loro per creare nuovi paesaggi visivi e nuove forme di virtuosismo, attingendo a un immaginario senza tempo. 

2020

My Body

Uno spettacolo di Stefania Tansini

Coreografia e performance: Stefania Tansini; Light Design: Matteo Crespi ; Tecnico luci: Omar Scala; Suono: Claudio Tortorici; Produzione: Nanou Associazione Culturale ; Con il sostegno di: Centro di residenza Emilia-Romagna

Un suono accoglie l’ingresso del pubblico in uno spazio nero e oro, illuminato da tre luci che guidano lo spettatore nell’incontro con la danzatrice, col suo movimento, col suo respiro e la sua voce. Stefania Tansini (Premio Ubu 2022 miglior performer under35) mette in scena in My Body un intimo ed evocativo tentativo di connessione con l’altro da sé, in cui il lato  vulnerabile dell’individuo viene esposto e offerto con generosità. La coreografa prosegue il suo percorso di ricerca sul corpo e sul movimento in una forma di espressione autentica e in profondo contatto con l’alterità. 

foto di Luca Del Pia

2019

Esercizi per un manifesto poetico

Uno spettacolo di Collettivo MINE

Coreografia, invenzione e danza: Francesco Saverio Cavaliere, Fabio Novembrini, Siro Guglielmi, Roberta Racis, Silvia Sisto; Danzatori e Interpreti: Francesco Saverio Cavaliere, Fabio Novembrini, Siro Guglielmi, Roberta Racis, Silvia Sisto; Musica: Samuele Cestola; Disegno luci: Luca Serafini; Consulenza drammaturgia: Gaia Clotilde Chernetich

Un inno all’incontro umano e artistico, all’autorialità condivisa e alla poetica del corpo attraverso cui il collettivo investiga il proprio rapporto con l’estetica, la coreografia, i linguaggi, le regole e la ribellione. Energico, prorompente ed evocativo, il lavoro di debutto di Collettivo MINE è un atto fondativo e uno statement identitario. La pratica della ripetizione e la determinazione ostinata in una sola azione scenica generano interazioni e corrispondenze per riflettere sulla capacità di attraversare assieme il cambiamento e lo scorrere del tempo. Una performance dalla vibrante carica emotiva in cui respiro individuale e coralità dei corpi convergono in un unico organismo.

2018

Keo

Uno spettacolo di Elena Sgarbossa

Coreografia e performance: Elena Sgarbossa; Disegno luci: Simone Sonda; Grazie a Anna Grigiante, Ilaria Marcolin, Marco D’Agostin, Pablo Tapia Leyton

Cosa succede quando non capiamo noi stessi? Sopravvive la volontà di comunicare? Sopravvive lo sforzo del tentare di capire? Keo prende ispirazione dall’omonimo satellite artificiale che tra 50.000 anni ritornerà sulla terra per restituire i messaggi conservati al suo interno. Concentrandosi su un’utopica connessione tra l’idea dell’altro, lontano nel tempo e nello spazio, e chi invece si trova su un piano di vicinanza temporale e spaziale, lo spettacolo coinvolge il pubblico per costruire un momento di riflessione sulla volontà di incontro nonostante le difficoltà e le possibili differenze. E se la capsula del tempo, tra 50.000 anni, ritornasse sulla Terra e venisse aperta da una versione di noi molto distante da ciò che siamo ora? Una società, una cultura, una lingua diversa.

2017

S. Rituale

Uno spettacolo di Sara Sguotti

Coreografia: Sara Sguotti ; Interpreti: Sara Sguotti e Gianluca Sguotti; Consulenza musicale: Federico Costanza, Simon Tierre; Luci: Simone Fini

“Quanto mi piace, adorata indolente, / del tuo corpo così bello / vedere come tessuto cangiante / luccicare la pelle!” Sara Sguotti, coreografa vincitrice di DNAppunti Coreografici 2017, ispirandosi alla poesia Il serpente che danza di Charles Baudelaire e alle opere di Louise Bourgeois, Tracy Enim e Ren Hang realizza un autoritratto del piacere plasmando il suo corpo come una materia palpitante, incandescente, animale.

2016

Trattato semiserio di oculistica

Uno spettacolo di Orlando Izzo

Performance e coreografia: Orlando Izzo e Angelo Petracca; Produzione: Interno 5

Questo spettacolo nasce come un’indagine sulla natura dell’arte: che cosa rende universale una creazione artistica dal momento che il punto di vista può cambiare inesorabilmente se cambia la percezione visiva della realtà, o se si assume una prospettiva differente? Izzo e Petracca moltiplicano i punti di vista, in una sorta di gioco di specchi che chiama in causa lo sguardo del pubblico.

2015

RA-ME

Uno spettacolo di Lara Russo

Coreografia e performance: Lara Russo; Interpreti: Jodi Capitani, Davide Tagliavini, Corrado Monachesi; Musica: Vinx Scorza; Scenografia: Mahatsanga Le Dantec

Una ricerca sulla “convivialità della materia e l’umano, nella solitudine e in comunione, sulla potenzialità e poetica dell’in- telligenza collettiva”. Lo spazio scenico è agito da tre performer uomini con aste di rame. I corpi e le aste rotolano, si lasciano cadere e si risollevano, tentan- do di costruire un dialogo fatto di responsabilità e accoglienza.

Scopri gli altri progetti speciali

Fuoco Fauno

Fuoco Fauno

Fuoco Fauno è un progetto speciale realizzato in rete da Gender Bender, Fondazione Piemonte dal Vivo / Lavanderia a Vapore, Teatro Stabile dell’Umbria che esplora e rimette in scena la figura del FAUNO nella danza, a partire dalla sua prima apparizione nel 1912 con l’Après-midi d’un faune di Vaclav Nižinskij. Oggi il Fauno è ancora un serbatoio inesauribile di immaginari per interrogare il nostro presente: dalle questioni identitarie e di genere al rapporto tra umano e animale, dalla relazione con la natura e l’ambiente – che con urgenza siamo chiamati a rinegoziare – allo scambio possibile tra repertorio classico e sperimentazione di nuovi linguaggi artistici.

Portici Festival – Heritage meets Creativity

Portici Festival – Heritage meets Creativity

Nel 2023 Gender Bender ha portato a Bologna la compagnia internazionale Igor x Moreno, il coreografo italiano Daniele Ninarello e la coreografa olandese/tedesca Patricia Carolin Mai per la produzione di tre spettacoli di danza. I lavori sono stati frutto di un processo laboratoriale di co-creazione orizzontale con tre gruppi di persone del territorio bolognese di ogni età, con e senza esperienza di danza.

Crisol

Crisol

5 dance-artist provenienti da 4 Paesi (Italia, Macao/Taipei, Kuala Lumpur, Singapore) lavorano insieme attorno ai temi di genere con i linguaggi della danza contemporanea, condividendo la propria ricerca e, allo stesso tempo, contestualizzandola all’interno della loro formazione personale e del loro ambiente culturale. l progetto prevede sessioni di lavoro e scambio tra i dance artist nei diversi Paesi partner. La prima tappa del progetto è a Bologna in occasione della ventesima edizione di Gender Bender.

Performing Gender – Dancing in your shoes

Performing Gender – Dancing in your shoes

Performing Gender crede fermamente che il genere, la sessualità e le identità LGBTQ+ possano essere esplorate attraverso il linguaggio della danza e l’impegno locale della comunità. La terza edizione del progetto europeo ha coinvolto 225 persone delle rispettive comunità locali in un processo orizzontale di formazione e produzione artistica per mettere in primo piano le voci marginali delle comunità di riferimento. Con un’ottica intersezionale si è voluto dare risalto a temi come diseguaglianza, etnia, classe, disabilità, ambiente ed economia.  

Teatro Arcobaleno

Teatro Arcobaleno

Teatro Arcobaleno è un progetto in rete che dal 2014 utilizza i linguaggi delle arti performative per un’educazione alle differenze. Offre ogni anno spettacoli di teatro e di danza, laboratori e workshop a infanzia e adolescenza, a insegnanti, famiglie, studenti universitari, educatori, educatrici, operatori e operatrici sociali. Vuole dare un contributo alla costruzione di una società più ricca e accogliente sotto il profilo umano, sociale e culturale, in cui le differenze, legate in particolare alle identità di genere e di orientamento sessuale, siano portatrici di un valore per tutti e tutte.